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Oncologia e territorio: il genere non fa la differenza

Come insegna la designer maker Elizabeth Carey Smith: il genere è un marchio. Proprio questo tema è stato al centro dell’annuale convegno organizzato da Alberto Vannelli, erede della scuola di chirurgia colorettale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e attuale direttore della Chirurgia generale al Valduce, con il titolo provocatorio: “Oncologia e territorio il genere non fa la differenza”.

Un’occasione per quasi trecento cittadini, giunti il 14 aprile al Pontificio Collegio Gallio di Como, per conoscere la sanità e le innovazioni in campo oncologico del territorio lariano. La novità di quest’anno è stata l’esposizione delle opere realizzate su questo argomento, dai ragazzi dell'Istituto ISIS Setificio "Paolo Carcano" sotto la guida di Giuseppe Vigliotti e di Antonella Corbisiero, volontaria dell’associazione.

Erone onlus ha riunito gli alunni delle seconde, terze e quinte classi dell’istituto di via Castelnuovo che hanno partecipato al progetto di alternanza lavoro dedicato alla lotta ai tumori. Gli studenti con sculture e manufatti dovevano rappresentare la loro idea di salute in campo oncologico.

“Abbiamo organizzato un ciclo di incontri – spiega Emanuela Boffi,segretaria di Erone onlus– puntando provocatoriamente sul genere, distinzione che viene a mancare tra uomini e donne davanti ai tumori, una malattia che colpisce tutti. Al termine della serata sono stati premiati, dall’assessore regionale all'Università, Ricerca, Innovazione Alessandro Fermi, i migliori elaborati. Il primo premio è andato a Viola Cassina, il secondo a Noemi Giovinco, il terzo a Mustafa Ibrahm. Un premio anche a Brian Picchiotini”.

Si stima che, nel 2020, fossero circa 3,6 milioni i cittadini italiani con una diagnosi di tumore: il 6% della popolazione; un aumento del 36% rispetto alle stime prodotte nel 2010. Le donne con pregressa diagnosi di tumore erano quasi 2 milioni mentre gli uomini 1,7 milioni. Anche se il tempo intercorso dalla diagnosi per definire la guarigione varia da tumore a tumore, e tra uomini e donne, si stima che il 52% delle donne cui è stato diagnosticato un tumore possano considerarsi guarite o destinate a guarire. Tra gli uomini la percentuale è più bassa (39%) a causa della maggior frequenza di tumori a prognosi più severa. Corretti stili di vita e diagnosi precoce restano i primi strumenti per combattere questa malattia.

“Un messaggio che dovrebbe partire soprattutto dagli educatori - aggiunge Alessandra Fadigati, fondatrice dell’agenzia di eventi IVIE che collabora da anni con Erone onlus - perché, la prevenzione è realmente efficace a patto che venga messa in atto quando si è ancora giovani”.

Collegio Gallio Como

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